domenica 28 aprile 2013

SPLENDIDO PENSIERO DEDICATO AL MUSCADELLU A PASQUALE E NICOLA DAL MAESTRO GIAMMARIO GIULIANO


UN SORSO DI GALLURA
In tempi piuttosto recenti, affettuosi e instancabili amici mi hanno offerto la possibilità di conoscere la Gallura. Tutto singolare e quasi irreale. Uno scenario costellato da affascinanti figure granitiche capaci di stimolare nella fantasia paesaggi selenici, di una bellezza senza uguali che non lasciano spazio a paragoni.
In quest’ambiente tanto particolare, viti e vigne non sono così visibili come avviene nelle varie regioni italiane in cui, le stesse, costeggiano arterie più o meno importanti, strade principali e secondarie.
Scorribande e invasioni barbariche che si sono succedute per quattro mila anni, non hanno permesso agli studiosi di individuare con precisione la provenienza di molti vitigni tra cui il Moscato bianco.
Di certo si può affermare che questo vitigno ha caratteristiche mediterranee poiché nelle sue uve si sente il sole, il mare, il vento, la roccia, la selvatichezza di una sorprendente terra.
Il nostro Muscadellu Brillante è un vino aromatico realizzato in purezza; nel calice è oro splendente; l’approccio olfattivo è privo d’impetuosità ma gradevolmente intenso, serioso, elegante, composto da sentori di albicocche molto mature, prugne secche, rafano, note agrumate, un soffio di minerale e da una lieve miscela di quelle erbe spontanee di cui è ricca l’Isola. Dunque, non banale.
Dolcezza misurata in bocca, non troppo morbida e dall’acidità in bella mostra. Persistente negli energici richiami fruttati con un leggero finale di miele. Per riunire il tutto in un solo aggettivo, lo definirei festaiolo. Un vino il cui sapore è intriso di fatica, dedizione, passione; un vino che declina ed esalta, in una magica sinfonia organolettica, tutte le preziose sfumature di un’isola meravigliosa.
Sarà una deformazione personale ma degustando questo Moscato ho immediatamente pensato agli abbinamenti possibili, agli innumerevoli accostamenti che può coniugare.
Ne posso accennare soltanto tre (perché avevo premura di consegnare a Nicola questo scritto) però provati e riprovati sui quali mi sento di sfidare qualsiasi parere contrario. L’elencazione è casuale, non è una graduatoria: Pastiera napoletana, Cannolo siciliano e formaggio erborinato (soprattutto il Gorgonzola cosiddetto dolce).
Dimenticavo una cosa importante. Dopo avere degustato questa rarità, prima di lasciare la compagnia, è opportuno riprendere il bicchiere rimasto vuoto sul tavolo e avvicinarlo al naso: un garbato refolo di rose selvatiche ci accarezzerà le narici. Una poesia!

Gianmario GIULIANO
Aprile 2013

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