- Sigaro scelto
- TOSCANO® GARIBALDI
Il Caffè Lazzarelle nasce nel carcere femminile di Pozzuoli, dove alcune ospiti, coadiuvate da altre donne del luogo, hanno dato vita ad una vera e propria torrefazione.
Il caffè arriva in chicchi verdi direttamente dai paesi più "vocati" per questa piantagione e poi viene completamente trattato da queste donne autodefinitesi "Lazzarelle".
E' così che nasce questo caffè dalla polvere con granuli molto più consistenti di altre tipologie presenti in commercio e dall'odore terragno. Grazie alla sua grana può essere infuso con la vecchia macchinetta napoletana provvista di "cuppetiello" (alla Eduardo De Filippo).
Dall'infusione si ottiene un’ottima tazzina da sorseggiare, preferibilmente senza zucchero per coglierne tutti i variegati aromi, come quelli classici dei caffè poco trattati. E'a questo punto, che grazie alla bontà del prodotto, si apre il cosiddetto "database olfattivo", viziaccio di noi degustatori, che per dovere "morale" dobbiamo necessariamente provare ad abbinare con altre eccellenze. Emergono dolcetti secchi che hanno nell'impasto nocciole, noci e mandorle e un tocco di polvere di cacao, e poi.....
In barba al manuale degli abbinamenti del sigaro Toscano, accendiamo un Garibaldi lungo, ben conservato, prima in cantina poi in humidor. Il connubio risulta, per il nostro palato, azzeccato pian piano fino a metà sigaro. A questo punto il caffè sembra non "reggere più"… che si fà ?... la famosa "presa d'annse" (traduco: correzione del caffè, sempre lo stesso, con un goccio d'anice) per proseguire fino al termine del sigaro tra suadenti sentori. Così, con due prodotti semplici come il caffè Lazzarelle e il Garibaldi, si è ravvivato un pomeriggio di calura estiva.
Il caffè arriva in chicchi verdi direttamente dai paesi più "vocati" per questa piantagione e poi viene completamente trattato da queste donne autodefinitesi "Lazzarelle".
E' così che nasce questo caffè dalla polvere con granuli molto più consistenti di altre tipologie presenti in commercio e dall'odore terragno. Grazie alla sua grana può essere infuso con la vecchia macchinetta napoletana provvista di "cuppetiello" (alla Eduardo De Filippo).
Dall'infusione si ottiene un’ottima tazzina da sorseggiare, preferibilmente senza zucchero per coglierne tutti i variegati aromi, come quelli classici dei caffè poco trattati. E'a questo punto, che grazie alla bontà del prodotto, si apre il cosiddetto "database olfattivo", viziaccio di noi degustatori, che per dovere "morale" dobbiamo necessariamente provare ad abbinare con altre eccellenze. Emergono dolcetti secchi che hanno nell'impasto nocciole, noci e mandorle e un tocco di polvere di cacao, e poi.....
In barba al manuale degli abbinamenti del sigaro Toscano, accendiamo un Garibaldi lungo, ben conservato, prima in cantina poi in humidor. Il connubio risulta, per il nostro palato, azzeccato pian piano fino a metà sigaro. A questo punto il caffè sembra non "reggere più"… che si fà ?... la famosa "presa d'annse" (traduco: correzione del caffè, sempre lo stesso, con un goccio d'anice) per proseguire fino al termine del sigaro tra suadenti sentori. Così, con due prodotti semplici come il caffè Lazzarelle e il Garibaldi, si è ravvivato un pomeriggio di calura estiva.
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