martedì 28 febbraio 2012

TRENTA BOTTIGLIE DI VEUVE CLICQUOT RISALENTI AL 1780


Scoperto il più antico Champagne
della storia in un relitto nel mar Baltico
I SUB: «NE ABBIAMO BEVUTA UNA: FANTASTICA!». FORSE ERA UN DONO DI LUIGI XVI ALLA CASA REGNANTE RUSSA
Un Veuve Clicquot attuale
HELSINKI - Quando l'hanno stappato non ci volevano credere: «Un gusto fantastico, assolutamente favoloso. C'è ancora un fine perlage di bollicine». Un gruppo di subacquei senza saperlo ha scoperto un tesoro: 30 bottiglie di Champagne risalenti probabilmente al 1780, le più vecchie «ancora bevibili» al mondo. Ognuna, se messa all'asta, potrebbe partire da un prezzo di oltre 50 mila euro e se venisse confermato che... Ma raccontiamo tutta la storia.
SORPRESA - Una squadra di sommozzatori sta effettuando ricerche nel mar Baltico al largo delle isole Åland (finlandesi, ma abitate da una minoranza svedese) quando il 6 luglio scopre un relitto di una nave sconosciuta: sui resti non ci sono indicazioni per risalire al nome dell'imbarcazione. La visibilità sul fondo a 55 metri di profondità è bassissima: «Meno di un metro, non si vedeva niente. Allora ho trovato una bottiglia e l'ho portata in superficie, sperando che ci potesse dare un'indicazione», ha raccontato Christian Ekström, a capo della squadra di subacquei. «Sul tappo c'era il simbolo di un'ancora e, dopo alcune ricerche, la Moët & Chandon ci ha detto che un tempo la Veuve Clicquot usava questo simbolo per i suoi prodotti ed era l'unica marca di Champagne a utilizzarlo. Allora abbiamo chiamato un'enologa per vedere se era ancora bevibile. Non solo lo era, ma la conservazione perfetta (assenza di luce, temperature basse e costanti sul fondo del mare) gli ha permesso di mantenere tutte le sue caratteristiche».
PRODUZIONE - «La Veuve Clicquot cominciò la sua produzione nel 1772 e le prime annate sono state pronte una decina di anni dopo, quindi non più tardi del 1782», continua Ekström. «Ma queste bottiglie non possono essere datate dopo il 1788-1789, perché sappiamo che con la Rivoluzione francese si arrestò la produzione. Magari si tratta proprio delle prime bottiglie prodotte e sarebbe fantastico averle trovate». Sul tappo si riesce a leggere ancora la scritta «Juclar», i laghi di Andorra da dove proveniva il sughero. Finora il più vecchio Champagne «bevibile» è un Perrier-Jouet del 1825, stappato l'anno scorso da alcuni enologi in Gran Bretagna. «Di questo del Baltico ne ho conservato ancora un bicchiere che tengo in frigorifero e non riesco a staccarmi da lui: ogni cinque minuti vado là a inebriarmi con il suo aroma», ha confessato l'enologa Ella Grüssner Cromwell-Morgan, che ha assaggiato il vino e compiuto ricerche storiche. «Il suo colore è oro ambrato. Il profumo è molto intenso, con note di tabacco, ma anche di uva e di frutti bianchi, di rovere e idromele. Il boccato è veramente sorprendente, molto zuccherino ma allo stesso tempo con la giusta acidità. Lo si spiega con il fatto che a quel tempo lo Champagne era molto meno secco di oggi perché non si riusciva a gestire bene il processo di fermentazione», spiega l'enologa.

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